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sabato 19 aprile 2008

LA MOSSA DEL MATTO AFFOGATO

A quanto pare, Giovanni Magna è arrivato al capolinea. Questa volta retorica e faccia tosta non lo salveranno, anche se potranno forse garantirgli un'uscita di scena degna di lui. Eccolo dunque impegnato, all'apertura del romanzo, nella ricerca di una frase a effetto con cui stupire le persone che gli si affollano intorno nel momento supremo. Meglio non farsi cogliere di sorpresa, perché "esiste anche la possibilità che mentre muori stai facendo o pensando qualcosa di assolutamente irrilevante, nell'economia complessiva della Storia dell'Umanità". Da sempre fedele al motto paterno "Meglio rimorsi che rimpianti", Giovanni è diventato impresario teatrale ritagliandosi un ruolo di rilievo nell'asfittico panorama teatrale cittadino. Rastrellando finanziamenti pubblici porta in scena spettacoli che mortificano il provincialismo del suo pubblico, riscuotendone l'arra mirato consenso. Quasi fosse un Cagliostro o un nuovo Don Giovanni in Sicilia, il protagonista si è costruito un'esistenza molto al di sopra dei propri mezzi, basandola su un delicato equilibrio di dilazioni, omissioni, menzogne. Per anni ha portato avanti la sua strategia con metodo e invenzione: dai rapporti con le banche a quelli con le amanti più o meno occasionali. Quando la fortuna gli volta le spalle, Giovanni si accorgerà di non poter contare né sulla moglie Elvira, che lo ha abbandonato dopo aver scoperto l'esistenza di un'ex amante, né sulle figlie, che gli dimostrano indifferenza, se non aperta ostilità. Saranno anzi le persone più vicine che contribuiranno a stringere l'assedio intorno a lui, come avviene negli scacchi quando il re subisce il matto affogato, la più crudele delle sconfitte. La trama si sviluppa proprio ricalcando una sfida scacchistica e la storia avanza serrata, con il protagonista intento a ricostruire il passato mossa dopo mossa, nel tentativo di individuare l'errore primigenio, l'attimo in cui le cose hanno iniziato a precipitare. Con implacabile leggerezza e ironia Roberto Alajmo racconta la disfatta di un avventuriero, mostrando l'estraneità improvvisa che talvolta possono riservare i rapporti affettivi. Un romanzo che si legge di corsa, rallentando solo a discrezione del lettore, nel momento in cui vorrà dilazionare l'irreparabile finale di partita.

IT. Rilegato | 241 | Mondadori | 2008 | EAN: 9788804568544

IlC.: Roberto ALAJMO.

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«E' finito il tempo in cui un attore poteva starsene sul divano in attesa che gli arrivasse un buon copione. Adesso in Italia, devi partecipare attivamente alla realizzazione di un film, altrimenti ti offrono sempre lo stesso ruolo e non riesci a migliorarti. Io questa strada ho cominciato a percorrerla e mi piacerebbe che qualcun altro la seguisse.» Raul BOVA











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