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venerdì 20 marzo 2009

L'AGENTE LETTERARIO, da Erich LINDER a oggi


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a cura della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori
Milano: Sylvestre Bonnard, 2004
156 pp., € 18
ISBN 88-86842-91-0

“Stando con lui, al fatto economico, alla sicurezza di ricevere diritti e compensi, si accompagnava la possibilità di comunicare con gli editori, e specialmente con gli editori stranieri, il farsi sentire, l’avere – per così dire – voce in capitolo”. Così Leonardo Sciascia ricorda Erich Linder che, primo in Italia, ha incarnato la figura tuttora poco nota dell’agente letterario, ‘terzo uomo’ e mediatore occulto tra autore e editore. Schivo ma risoluto, lavoratore instancabile e abile negoziatore, sempre attento a conciliare esigenze commerciali e creatività letteraria, Linder è stato per oltre trent’anni – nel delicato momento di transizione dall’artigianato all’industria del libro – arbitro della scena editoriale italiana.
Ma qual è il profilo dell’agente letterario del terzo millennio? Per rispondere a questa domanda agenti e editori si sono interrogati sulla realtà attuale di questa professione e sulle sue prospettive future, in uno scenario fortemente influenzato dalle dinamiche di concentrazione, dall’impatto delle tecnologie digitali e dalle nuove legislazioni sulla proprietà letteraria, contribuendo a delineare un lucido e coinvolgente ‘stato dell’editoria’.

Il volume L’agente letterario da Erich Linder a oggi prende spunto dal convegno internazionale promosso lo scorso anno dalla Fondazione Mondadori in occasione dell’apertura al pubblico dell’archivio di Linder, e dedicato alla sua figura e al lavoro dell’agente letterario all’interno dei nuovi scenari editoriali.
Curato dagli studenti della terza edizione del Master per redattore in editoria libraria, il volume raccoglie tra gli altri gli interventi di Oreste del Buono, Jason Epstein, Inge Feltrinelli, Gian Arturo Ferrari, Stefano Mauri, Leonardo Sciascia, Vittorio Spinazzola, Marco Vigevani, Lea Vergine, Andrew Wylie e testimonianze e documenti dall’archivio di Erich Linder.

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«E' finito il tempo in cui un attore poteva starsene sul divano in attesa che gli arrivasse un buon copione. Adesso in Italia, devi partecipare attivamente alla realizzazione di un film, altrimenti ti offrono sempre lo stesso ruolo e non riesci a migliorarti. Io questa strada ho cominciato a percorrerla e mi piacerebbe che qualcun altro la seguisse.» Raul BOVA











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